mercoledì 2 gennaio 2013

Piccolo fascio di luce

di Alessandro Gargiulo
Milano 19 novembre 2012

Miracle light
Android wallpaper
services.flikie.com

Un tenace fascio di luce illuminava le sudice lenzuola che se ne stavano li, appallottolate per conto loro. Aveva fatto un sacco di strada, senza mai guardasi dietro, aveva vivacemente evitato un paio di anonimi edifici ed era precipitato, con non poca fortuna, tra le serrande di quella veneziana verde a chiazze, consunta dal vento, dalla pioggia e da altri fasci di luce come lui.

E tutta quella fatica per cosa? Delle luride lenzuola... Ma non poteva finire così, no, non gliel'avrebbe data vinta a quel crudele di un Fato, che tanta strada l'aveva spinto a fare, ingannandolo! Ora se ne rendeva conto.. "Bastardo"! Non aveva visto meravigliose montagne, infiniti oceani o poderosi animali dai colori vivaci. Solo anonimi palazzoni, dalle finestre verdi e scrostate. Da cose che a lui stavano persino antipatiche. La pioggia.. Che stronza. Si arrogava il diritto di bagnare ogni cosa, come se fosse tutto suo.. E il vento? No.. il vento era un tipo simpatico dai.. Ma la pioggia no, quella spocchiosa, lurida, acida pioggia scrosta-finestre.

Il piccolo, ma tenace fascio di luce si inerpicò tra le gialle pieghe, lentamente, scrutandone morbosamente ogni centimetro, fino a quando non vide ciò che cercava.. "Ahh" esclamò, "eccolo!"
Ben nascosto, incastrato tra il materasso ed il cuscino, e parzialmente coperto da quel lurido telo, vi era un occhio, probabilmente appartenente a qualcuno, pensò l'arguto fascio di luce.. Adesso finalmente avrebbe potuto vendicarsi di quel bastardo di un Fato. Lui che, come la pioggia, si arrogava il diritto di cose che non gli spettavano. Adesso gliel'avrebbe fatta vedere lui!
Si avvicinò lentamente, molto lentamente. Trattenne il fiato, ed ovviamente essendo il fascio di luce, per l'appunto un fascio di luce, non riuscì a farlo, quindi proseguì lentamente verso il suo obiettivo, in preda ad una inaspettata paura.. Forse non era il caso di far arrabbiare il Fato, pensò, era un tipo piuttosto vendicativo.. Ma si fece coraggio, "Forza forza" si disse, "tu non sei un fifone, come quelle li, le nuvole, che se ne stanno al sicuro in alto cullando nel loro ventre quella antipatica della pioggia"!
Forte di questa ritrovata verità scattò in avanti, rapido e sicuro, e come un borseggiatore farebbe con una vecchietta, si tuffò dritto su quell'occhio.
In un istante che sembrò durare un'eternità, l'occhio si spalancò e la finestra sbattè ripetutamente, causando un antipatico rumore, e infastidendo il possessore di quell'occhio che di tutta risposta, pensò bene di appallottolarsi su se stesso e tornare a dormire come se nulla fosse..
Non si accorse quindi delle speranze e dei sentimenti di ribalta di un piccolo fascio di luce, tenace e coraggioso, che sfidò il Fato stesso, così come non si rese conto del delitto avvenuto letteralmente davanti ai suoi occhi.
Non fù che leggermente infastidito, dal quel vento vendicativo, che sembrava un tipo tanto a posto, uno di quei tipi con cui ti faresti una birra parlando di calcio, quell'amico un pò sciocco, che non credi potrebbe farti mai nulla di male..
Il piccolo fascio di luce si spense così, com'era nato, all'improvviso. Ucciso per una questione d'onore, il vento non era poi un tipo cattivo, ma non sopportava che si parlasse male delle sue nuvole, e del frutto del suo amore che loro, pazientemente ed al sicuro, cullavano nel loro ventre.


tratto dal libro Il grande rave party dell'universo


Nessun commento:

Posta un commento